Piobbico: cultura greca, latina e volgare italiana si mescolano, così come lo stile medievale, quello rinascimentale e quello barocco si fondono nel maestoso e ammaliante Palazzo Brancaleoni (attuale Castello) che, con le oltre sue 135 stanze, è testimone di intrighi e scrigno di segreti. Un palazzo che è una vera e propria fonte storica: se anche fossero andati perduti i documenti che testimoniano la sua storia, questa potrebbe essere ricostruita dalle date e dai nomi che sono riportati nella parte superiore di ogni finestra e all’estremità di ogni portale. Iniziato a costruire nel 1200, il Castello si contraddistingue innanzitutto per il portale d’ingresso costruito in travertino, opera dell’architetto Genga, su cui spicca il leone rampante sotto la croce distesa, stemma dei Brancaleoni. Dal suggestivo corridoio a cielo aperto, percorrendo il quale, come sfogliando un libro di pietra, si possono notare finestre e portali riportanti incisioni in greco, latino o volgare, si accede al cortile rinascimentale e, successivamente, alla stanza delle torture e dei trabocchetti. Percorrendo la scala principale del Castello, oggi ricostruita perché consumata per i tanti passaggi, ma col corrimano in travertino originale, si accede all’appartamento nobile, con la Sala Leon d’oro, così chiamata perché si narra che, un tempo, vi fosse davvero conservato un leone d’oro.
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