Quanti tesori conserva Mombaroccio all’interno delle sue cinta murarie! Edifici illustri, musei speciali che sono testimonianza dell’antica e tradizionale vita dei contadini e degli antichi mestieri, un teatro settecentesco recentemente restaurato e delle vie tipiche del periodo medievale, in cui è diffusa un’aura di spiritualità con le chiese trecentesche che adornano il centro storico.
Mombaroccio è un delizioso borgo adagiato su un colle del pesarese in un punto di passaggio che in passato fu strategico: si trova infatti al confine tra Fano e Pesaro ed è difeso da un castello dal XIII secolo. Il suo nome caratteristico si deve alla peculiarità del territorio su cui sorge; Mombaroccio, infatti, deriva da Mons Birotius, Mons Barotius, Mons Barottus per indicare il monte, mons, appunto, su cui sorge. Birotus invece tradotto dal latino è “biroccio”, un carretto da trasporto su due ruote che solitamente veniva utilizzato su strade difficilmente percorribili per via del manto non pianeggiante.
Tanti i personaggi famosi che hanno calcato queste strade e percorso questi sentieri: dai potenti e illustri Malatesta, che edificarono cinte murarie per difendere il territorio dai Montefeltro, a Guidobaldo del Monte, un illustre matematico, fisico e astronomo legato a Galileo Galilei, fino a Ciro Pavisa, un pittore del Novecento le cui opere di arte sacra sono testimonianza del passato glorioso del borgo di Mombaroccio.
Non ci resta che varcare la soglia della caratteristica Porta Maggiore con i torrioni cilindrici che le fanno da cornice e avviarci lungo le sue antiche vie, uscendo infine da Porta Marina dopo aver goduto del meraviglioso paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi e che si estende dal colle Beato Sante al Mar Adriatico, e dal Monte Conero, visibile nelle giornate limpide e serene, a Rimini.